A metà dicembre del 2018, di contro allo scetticismo dell’Italia relativo all’opportunità o meno di firmare il Global compact (noto documento sottoscritto da diversi Stati e promosso dalle Nazioni Unite a favore dell’immigrazione), Angela Merkel, a Marrakech – in Marrocco – si è attivata alacremente, sostenendo il patto internazionale sulle migrazioni.
Il Global compact è stato protagonista in tutto il mondo di una campagna di comunicazione politica estremamente discussa, posto che alcuni Stati hanno sempre visto (e tuttora vedono) l’accordo come uno strumento volto a favorire una sorta di invasione e immigrazione incontrollata. La famosa politica tedesca, invece, nel suo ruolo di cancelliere per il quarto mandato consecutivo, in quell’occasione ha definito gli immigrati portatori di prosperità (quando legali).
Al di là, tuttavia, delle sue ammirevoli dichiarazioni, i princìpi di apertura delle frontiere della Germania verso i migranti hanno inciso non poco sulle tensioni interne, che hanno portato la Merkel alle dimissioni dalla guida del partito e, quindi, alla rinuncia alla prossima Cancelleria. La stessa, invero, ha annunciato il suo ritiro dalla politica nel 2021, all’indomani del calo di consensi per la CDU (il partito tedesco dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania), nelle elezioni in Assia.
Considerato, pertanto, che tra le diverse cause della fine del mandato Merkel vi è, appunto, anche la questione migratoria, volendo risollevare le sorti del Governo e della CDU, ultimamente la Cancelliera ha rivisto la sua posizione: più controlli all’ingresso, accordi per i respingimenti e rimpatri.
Basti pensare che lo scorso gennaio l’interrogazione di una deputata della Linke (il partito della sinistra tedesca) ha portato alla luce l’incremento di espulsioni di “dublinanti”. Più specificamente sono migranti che, entrati in Grecia o in Italia, hanno attraversato le frontiere nella speranza di ricostruirsi una vita in Nord Europa. Per le regole di Dublino sono gli Stati di primo approdo a doversi far carico della domanda. Ebbene, su 51.558 migranti esaminati da Berlino, in 35.375 casi la domanda della Merkel all’Unione Europea di riprendersi i dublinanti sarebbe stata accolta. La quota di immigrati in uscita dalla Germania, quindi, è salita dal 15,1% al 24% tra il 2017 e il 2018.
Si sono, inoltre, riscontrati i cosiddetti respingimenti immediati. Da agosto 2018 la Germania ha espulso 11 clandestini bloccati alla frontiera con l’Austria. Secondo il settimanale tedesco Focus, nove di questi sarebbero stati riportati in Grecia e due in Spagna. Si tratta di un cambiamento di non poco conto, frutto degli accordi raggiunti da Berlino con Atene e Madrid.
La Merkel, ad onor di cronaca, ha posto in essere diversi tentativi anche con l’Italia, ma finora non ci sono sviluppi dal fronte delle trattative tra Italia e Germania.
Avvocato Jacopo Pitorri
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