Di recente l’attenzione pubblica ha posato il suo occhio sulla storia di Amir, raccontata in sei cartoline pubblicate e condivise sui social. Si tratta del cuore della campagna crowdfunding (vale a dire un finanziamento collettivo, volto all’utilizzo del proprio denaro in comune, per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni), che ha per scopo quello di donare 100 scarponi ai profughi che rischiano la vita, sognandone una migliore, nel tentativo di oltrepassare il confine italo-francese.
Amir, di origine nigeriana, vive in Italia da due anni ed è rimasto bloccato per giorni, in una stanza, al confine con la Francia. Un volontario gli ha fornito dei sacchetti di plastica da infilare nelle scarpe, sopra le calze, per aiutarlo perlomeno per il primo chilometro. Lui, però, è abituato a spostarsi con difficoltà. Ha trascorso, infatti, la maggior parte della sua vita a camminare senza scarpe. E gli è sempre piaciuto andare in giro a piedi nudi, sentire il terreno e i granelli di sabbia tra le dita.
Come Amir, chi attraversa le Alpi in direzione del confine con la Francia, spesso non è equipaggiato ad affrontare pareti ripide, nevai, sassi e pietre. L’obiettivo della campagna, allora, è quello di raccogliere circa duemila euro, da destinare all’acquisto di cento paia di scarponi da montagna da consegnare ad associazioni non-profit. Queste si adopereranno per distribuirli alle persone in attesa di partire. Altro scopo della nobile campagna è quello di denunciare ciò che sta accadendo sul confine, sensibilizzare chi ancora non conosce il trascorso di coloro che sono costretti a rischiare la propria vita, per evitare i controlli delle forze dell’ordine e poter raggiungere le proprie famiglie in Francia, o altri Paesi europei, per cercare lavoro dove vi sono più possibilità.
Allafrontiera con la Francia – si ricorda – soltanto nel mese di dicembre 2018 sono state soccorse duecentocinquanta persone, giunte dall’Africa occidentale, dall’Africa subsahariana, oltre a pachistani, bangladesi, curdi, siriani, afgani. Mentre lo scorso anno i migranti si recavano in Francia per raggiungere amici e parenti, attualmente fuggono dall’Italia perché temono di perdere la protezione umanitaria (diventando, quindi, “irregolari”).
“Cartoline dalle Alpi – 50 mila passi per Amir” è un progetto dei Creative Fighters di “Solo in Cartolina”, nato da professionisti dell’industria creativa nell’estate del 2018, per sostenere i profughi che rischiano la vita (nel tentativo di oltrepassare il confine italo-francese). Ebbene, lo scorso luglio 2018 creativi da tutta Italia hanno inviato i loro “saluti e baci” dalle varie località di mare, mostrando quello che accade davanti ai nostri occhi ogni estate, ma che si preferisce di non vedere.
Adesso, dal mare Mediterraneo lo sguardo raggiunge le Alpi, senza però dimenticare le persone più vulnerabili e fragili.
Avvocato Iacopo Pitorri
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